IL MESTIERE DELL'ALLENATORE
La mia vita e la mia carriera non possono prescindere dalle passioni che l’hanno attraversata. Il Calcio ha rappresentato una parte importante del mio cammino, prima come calciatore, sino a giocare nei professionisti con la maglia della Salernitana, e successivamente come allenatore.
Questa esperienza è stata percorsa da valori di passione, condivisione, emozione e professionalità, frutto del convincimento che ponendo alla base del proprio lavoro tali valori, sia possibile lasciare una traccia della propria presenza negli ambienti nei quali si opera. Nel corso degli anni il mio interesse si è rivolto anche allo studio delle dinamiche psicologiche, sociali ed economiche che ruotano intorno al mondo del calcio, ed inoltre all'aspetto pedagogico dello sport. Ciò che ho potuto rilevare, come comune denominatore tra due professioni apparentemente molto distanti quali il medico e l’allenatore, è l’attenzione che va rivolta alle persone dal punto di vista strettamente umano e psicologico. Lo scopo di questo blog sarà quello di fornire una testimonianza personale ma il più possibile oggettiva di numerosi aspetti di questo mestiere, che porta dentro di sé innanzitutto l’enorme responsabilità della formazione di tanti giovani. Uno spazio dedicato alla collezione di ricordi, impressioni, corrispondenze, opinioni e tutto quanto ha composto il quadro della mia esperienza nel mondo dello sport, un mondo che è sì affascinante e gratificante, ma anche, talvolta, vestito di un’amara complessità.
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La figura dell‟allenatore riveste ovviamente un significato importante, non fosse altro per il fatto che oggi un bambino su due si iscrive ad una scuola di calcio.
Solo l‟1% delle migliaia di ragazzi che affollano i settori giovanili arriva al professionismo. Di coloro i quali giocano nelle squadre Primavera, ad un passo dal professionismo, il 5% arriva in serie A e solo il 40% continua a giocare al calcio.
E‟ovvio dunque che valga la pena interrogarsi su questi numeri e soprattutto rivalutare il ruolo e la responsabilità delle figure che, in fasi molto delicate, possono attraverso lo sport comunicare un ventaglio di valori che risulteranno decisivi per una sana crescita individuale e sociale.
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La mia attività di allenatore va avanti da circa venti anni e ho l‟impressione di aver assistito a quella che chiamo una „mutazione genetica‟ della motivazione di un giovane ad approcciare al calcio.
Si sono dunque modificate le spinte motivazionali che portano un ragazzo a giocare al calcio? Ma soprattutto quali figure incidono in maniera significativa in questa scelta?
Tali interrogativi non possono prescindere dalla esistenza di una nuova platea mediatica che amplifica e condiziona l‟uso dei linguaggi e dei simboli che, in maniera epidemica, si diffondono in tempo reale in una miscela di vita, sport e cultura.
Qual è il percorso che alcuni fattori motivazionali ( aspetto ludico, necessità di affermarsi, bisogno di movimento ) effettuano una volta che incontrano le figure (genitori, insegnanti, allenatori) che più incidono nel loro sviluppo?
Esistono motivazioni sociali che vanno poste al centro: IDENTIFICAZIONE, PROIEZIONE, SUGGESTIONABILITA‟, IMITAZIONE, SPIRITO DI EMULAZIONE, EMPATIA.
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